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Liutprand - Associazione Culturale

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di Alberto Arecchi

UN ELOGIO FUNEBRE APPASSIONATO, UN REBUS


La giovane Marianna Rota, nata intorno al 1516, andò sposa a Galeazzo Balbi, nobile genovese, funzionario sforzesco e proprietario del Castellar Ponzano (Tortona), nel 1534 e gli diede due figli: Gian Giacomo, nato nel 1535, e Angela, nata nel 1538. Marianna fu in quegli anni la vera anima del Castellar Ponzano, che era divenuto la dimora dei Balbi, e della vicina Abbazia di Rivalta Scrivia, in cui i monaci benedettini, subentrati ai cistercensi, stavano completando i cicli di decorazioni delle colonne e delle cappelle, affrescate dalla bottega tortonese dei Boxilio e – in parte - dalla scuola del Bergognone.
Durante il secondo parto, o poco dopo, Marianna morì. Fu probabilmente sepolta nell’Abbazia di Rivalta, poiché in quel periodo la chiesa medievale del Castellaro era stata demolita e una nuova chiesa, dedicata a San Pietro, era in corso di costruzione nella frazione di Castellar Ponzano.

L'aspetto del Castellar Ponzano alla fine del sec. XV.

L'Abbazia di Rivalta Scrivia.

Galeazzo Balbo volle ricordare l’amata moglie in una lapide “rebus”, fatta scolpire nel 1540 in bassorilievo su una formella quadrata di marmo bianco, dagli angoli arrotondati, che ancor oggi campeggia nella corte del piccolo castello. Era una consuetudine dell’epoca, quella di esprimere concetti e sentimenti poetici sotto forme “arcane”, semi-celati attraverso le immagini di un rebus.

Il rebus si potrebbe così esplicitare, in linguaggio corrente:

“La Signora è morta. Il suo spirito ascende serpeggiando alle stelle del cielo. La mano celeste scende accogliente sul sepolcro, raffigurato sotto la forma di una piccola piramide. Il cane, amico fedele, piange la defunta davanti alla tomba, ululando al Sole e alla Luna.
Il Poeta ne canta gli elogi e le glorie.

Il profilo del Poeta è quello classico, con un serto d'alloro a cingergli il capo, come venivano generalmente raffigurati Dante, Petrarca, Boccaccio e gli altri poeti della loro epoca.

E infine le firme, i due cognomi:

Balbo (un pesce, dallo stemma di famiglia) e la Ruota che ricorda il cognome della defunta”.

Proprio la presenza di un elemento dello stemma della famiglia Balbi induce a restringere il periodo di datazione della lapide, dato che il Castellar Ponzano appartenne a quella famiglia solamente dal 1540 ca. sino alla metà del secolo XVII.

Lo stemma di Galeazzo Balbi, con tre pesci barbi=balbi, dalle decorazioni del suo studio privato, nel castello di Castellar Ponzano.

Nel censimento effettuato nel 1541, per motivi fiscali, da Bernardino Butteri «Cesareo Commissario», che registrava i «fuochi» [famiglie] di diversi centri del Tortonese, appariva naturalmente anche Castellar Ponzano, «corpo santo» [frazione] di Tortona:

Castellaro de Balbi alias [altre volte] de Ponzano, che si presenta come un palazzotto con grazioso chiostro in laterizio.
Di grande interesse l’elenco degli abitanti del castello, secondo quel censimento:

Magnifico Messer Galiaz Balbo, cittadino de Milano - Jo. Jacomo suo fiolo de anni 6 - Angella fiola de anni 3 - Gianrico spagnolo, servitore - Costantino de Montexeij, famiglio de stalla - Rosnorno Feraro, cochijero - Ottino del Caxal, cagnatero - Jacomino Magnano, fattore - Agnexia sua moglier - Margarita de Milano, fantesca - Dominicha fiola de Ruffino Villano, fantesca - Carlino Canevaro - Prete milanese, capellano.

Si tratta della tipica composizione di una famiglia nobiliare, in cui non mancavano numerosi servitori, così come il cappellano che doveva occuparsi anche di educare i giovani figli del Signore.
Non vi è nessun cenno alla moglie di Galeazzo Balbo, che doveva essere già defunta.

La frazione rurale chiamata Marianna, che si trova a poco più di un chilometro dal Castellar Ponzano, verso Nord-Est, nel vicino comune di Spineto Scrivia, pare ricordare ancora oggi il nome della sfortunata moglie di Galeazzo Balbi.

Fonti:

- Archivio Storico della Diocesi di Tortona.

- G.M. Merloni, Castelli, Torri e Luoghi fortificati del Tortonese antico, Editrice Sette Giorni sas, 1989.

Pubblicato 13/08/2023 18:22:25