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PAVIA - LA CASA ROSSA

L'aspetto originario della Casa Rossa.
Qualche decennio dopo, sappiamo che il palazzo era divenuto sede del Monte Frumentario, cioè il luogo dove si raccoglievano e si vendevano le messi e i cereali; più tardi ospitò la corporazione dei macellai.
Nella seconda metà del Cinquecento, il Comune di Pavia acquistò l’edificio e vi accentrò tutte le macellerie della città.
Nel XVII secolo il palazzo divenne proprietà dei conti Fantoni, successivamente passò ai Ciniselli e ad altri, ed in seguito ai Ferrari Villa.
Nel 1751, in occasione di un importante Quaresimale, la facciata fu arricchita da un grande affresco barocco, con immagini della Madonna, di San Siro (patrono della città) e altri santi, ad opera del pittore Carlo Antonio Bianchi.

Ricostruzione dell'affresco settecentesco.
La proprietà fu divisa in due parti. Nel tempo, le aperture originali delle finestre archiacute erano state modificate e nella parte destra del Palazzo (verso l’attuale Corso Cavour) anche i solai erano stati integralmente rifatti, al fine di ottenere un piano residenziale in più.Nel 1935, l’architetto E.C. Aschieri convinse il Comune a finanziare un restauro stilistico integrativo di un quarto della facciata (la campata più a sinistra, per chi guarda), nella speranza che il risultato convincesse le proprietà a procedere a un restauro dell’intero edificio. A distanza di novant’anni, siamo ancora in attesa che l’opera faccia i suoi effetti, ma almeno siamo in grado di godere di una parte dell’aspetto originario del Palazzo.
Negli anni Ottanta del XX secolo, poiché la struttura del Palazzo minacciava di cedere sotto il peso dei piani superiori e i pilastri del porticato al piano terreno presentavano forti inclinazioni dall’assetto verticale, gli stessi pilastri vennero cinti da un’apparecchiatura in calcestruzzo armato, al fine di evitarne il cedimento per carico di punta. Poi, essendo l’affresco della facciata molto ammalorato, il commerciante Giuliano Ravizza tentò di finanziarne un restauro, ma l’opera dei restauratori ottenne un risultato paradossale, rendendo l’intero dipinto una macchia praticamente illeggibile.

L'aspetto attuale della Casa Rossa.
Il Crocifisso ligneo, collocato in una nicchia nel cortile, venne rimosso, forse per depositarlo ai Civici Musei.
Ci si potrebbe augurare che un’Amministrazione Comunale più sensibile alla conservazione dei Monumenti e alle bellezze cittadine decidesse uno di questi giorni di restaurare il Palazzo de Diversi, vero e proprio gioiello della Piazza centrale della città, per farne una pietra miliare della rinascita culturale ed estetica del patrimonio urbano.
