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Liutprand - Associazione Culturale

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Articoli

di Niranjan Kaggere & Suchith Kidiyoor

LE MAPPE TOPOGRAFICHE DEGLI UOMINI PREISTORICI

archeologi scoprono mappe in una grotta in India

L’uomo moderno si basa sulla tecnologia, mentre gli antichi si affidavano alla vista e alla memoria. Le tecnologie satellitari hanno reso più semplice la ricerca geografica, con il GPS (global positioning system). Ora, però, un gruppo di ricercatori di Bangalore (India) ha scoperto antiche mappe a Karnataka, databili al periodo 1500-2000 a.C.

Un gruppo dell’Archaeological Survey of India ha scoperto che gli uomini proto–storici, che vivevano presso il fiume Tungabhadra nella località di Hampi, disegnavano già allora carte geografiche. La mappa era dipinta sul soffitto della loro grotta. Quello che era ritenuto un sepolcreto megalitico, con immagini dipinte di animali e di uomini, appare ora come la prima carta topografica fatta dagli uomini nel periodo proto–storico.

La scoperta è stata effettuata dall’archeologo soprintendente T M Keshava e dai suoi colleghi, alcuni mesi fa, nelle grotte del villaggio di Chikramapura, sulla riva sinistra del fiume Tungabhadra (Koppal district) ed ha attratto l’attenzione di molti altri ricercatori.

Si ritiene che la scoperta di Keshava rappresenti in assoluto la prima mappa “a volo d’uccello” mai disegnata dall’uomo preistorico.

Le figure di bovini, cacciatori ed altre scene di vita con figure umane sono comuni nei dipinti preistorici, ma solo nelle grotte del villaggio di Chikramapura, conosciute anche come ripari rocciosi di Kadebagilu, compaiono mappe di orientamento.

“Siamo rimasti molto stupiti dalla scoperta”, ha detto Keshava. "Un precedente studio di queste grotte, condotto nel 1984 da studiosi come il Dr R Sundara, aveva concluso che si trattava solo di tombe megalitiche, ma ora possiamo affermare che nei dipinti compaiono delle mappe".

Secondo Keshava, l’uomo preistorico realizzava una veduta “a volo d’uccello” arrampicandosi sui luoghi più alti per ottenere una visione d’insieme. Poteva così collocare correttamente le case, i sentieri, i corsi d’acqua. Con tali immagini nella mente, riusciva poi a dipingerle nella grotta. "Abbiamo confrontato le mappe con quelle attuali e siamo rimasti stupiti dalle corrispondenze", egli ha affermato.

Non è stato facile decifrare il significato preciso dei dipinti. Già era difficile raggiungere il sito stesso, perché era circondato da una parete rocciosa, a strapiombo sulla vallata sottostante, raggiungibile solo attraverso un passaggio molto stretto.

I ricercatori hanno individuato molte somiglianze con le mappe moderne. I segni triangolari usati per raffigurare le cime rocciose sono simili ai simboli usati ancor oggi dai topografi.

Uno stretto passaggio è stato confrontato con la figura di un essere umano, mentre un simbolo simile a una scala a pioli è usato per indicare i sentieri. Keshava e il suo gruppo hanno impiegato quasi un anno per decifrare l’intero disegno.

Le immagini sono dipinte su granito, realizzate con terra lateritica rossa, in un insediamento circolare del raggio di 35 metri. "A causa dell’esposizione agli elementi, alcune parti delle immagini sono andate perdute", ha detto uno degli archeologi.

Gli esperti attribuiscono il merito della scoperta ad alcuni pastori del villaggio di Anegundi. "Nel tardo 2008 eravamo accampati a Hampi, quando alcuni giovani, condotti da Veeresh e da suoi amici, ci dissero dell’esistenza di questi dipinti", ha affermato Keshava.

"Poi, con i colleghi G S Narasimhan, M V Visveswara, C S Sheshadri ed altri, ci siamo recati sul luogo per intraprendere uno studio accurato, che durò tre mesi. Molti dipinti rupestri erano stati documentati da Bhimbetka in Madhya Pradesh, ma non contenevano disegni che potessero essere identificati come mappe di insediamenti proto–storici. Questo è il primo dipinto con tali caratteristiche".

I dipinti corrono il rischio di una completa distruzione, se non saranno prese con urgenza misure severe di salvaguardia dell’area. Le rocce circostanti sono prelevate con varie azioni di cava e questo potrebbe distruggere anche i dipinti.

Gli archeologi pensano che l’intera zona possa diventare una meta turistica, poiché è vicina a Hampi, un centro riconosciuto nella lista del Patrimonio mondiale. Un parco archeologico–turistico potrebbe preservare i dipinti.

Fonte: BangaloreMirror.com, 28/12/2010.

Pubblicato 29/12/2010 09:07:39