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di Andrew Lawler, National Geographic

ANTICHE OPERE DI TERRA SCOPERTE DAL SATELLITE


Immagini di forme misteriose ispirano teorie interessanti, ma risposte concrete verranno dallo studio a terra, dicono gli archeologi.

Questo terrapieno quadrato su un altopiano in Kazakistan è uno dei più grandi di recente scoperta.

Dopo aver visto un programma televisivo su antiche piramidi costruite al di fuori dall'Egitto, Dmitriy Dey, uomo d’affari del Kazakistan, si chiese se il suo paese non potesse ospitare tali rovine. Dey, che vive nella città settentrionale di Kostanay, ha cominciato a studiare le immagini satellitari di Google Earth durante le sue ore libere.

Egli non ha trovato le piramidi, ma ha fatto individuare decine di inusuali opere, fatte dall'uomo, sparse in un’ampia zona remota della steppa.

Otto anni dopo aver visto lo show televisivo, l’insolita scoperta di Dey sta alimentando un dibattito pubblico su questi particolari tumuli e terrapieni. Anche se appena percettibili a terra, le forme assumono un emozionante caleidoscopio di forme, tra cui enormi cerchi, croci, quadrati e svastiche, quando sono viste dall'alto.

Gli archeologi non sono d'accordo sull'età, lo scopo, e anche il numero delle caratteristiche, che stanno raccogliendo una pubblicità diffusa grazie alle immagini satellitari diffuse recentemente dalla NASA.

"E' necessario un immenso sforzo per costruire queste opere", dice Giedre Motuzaite Matuzeviciute, archeologa dell'Istituto di Storia della Lituania a Vilnius. L'archeologa Matuzeviciute fa parte di un gruppo internazionale, guidato da Andrey Logvin della Kostanay University, che ha studiato due dei 55 siti individuati come opere dell'uomo sulla steppa kazaka.

"Il terreno è molto pesante, come l'argilla. E i lavori di sterro si trovano nel bel mezzo del nulla".

Questo terrapieno a forma di anello potrebbe risalire agli albori dell'età del ferro (circa 800 a.C.), quando si costruivano le prime città dell'Asia centrale.

Fotografia di DigitalGlobe via NASA

Nella regione di Turgai, Kazakistan centrale, in una zona scarsamente popolata, i terrapieni includono 21 croci, un quadrato, quattro anelli, e una caratteristica svastica. Molti sono più grandi di un campo di calcio.

Matuzeviciute, che li ha scoperti quattro anni fa, grazie alle ricerche di Dey, dice che ci sono due tipi distinti. Il primo gruppo si trova su altipiani che si affacciano su bacini fluviali. Il secondo gruppo, tra cui uno a forma di svastica, si trova lungo i fiumi e vicino a luoghi di sepoltura associati ai primi secoli d.C. Segni simili, a forma di svastica, sono comuni in tutta l’antica Asia centrale.

Il gruppo della Matuzeviciute ha utilizzato moderni metodi di datazione che attribuiscono la costruzione di una terrapieno all’800 a.C. e un altro al 750 a.C., epoca in cui l'età del ferro stava albeggiando e le prime città ed edifici monumentali apparivano nella zona. "Queste date non ci sorprendono", aggiunge. "Quello era un periodo di transizione".

Dal momento che la sua squadra non riusciva a trovare materiale organico che potesse fornire le date al radiocarbonio, ha utilizzato un altro metodo chiamato luminescenza otticamente stimolata (OSL), che misura quanto tempo è passato da quando un campione è stato esposto alla luce solare. Le date sono precise entro un margine di 20 anni.

Dey e il suo team di ricerca, che comprende archeologi kazaki della Kostanay University, sostengono che le strutture hanno circa 8000 anni, sulla base del tasso di erosione dei tumuli, insieme ai reperti di selce del Neolitico intorno ai siti.

Quest’opera a forma di svastica è stata costruita su terreni presso il letto d’un fiume della steppa kazaka.

Foto DigitalGlobe via NASA

Ma le selci potrebbero essersi mescolate nei lavori di sterro in una data molto più tarda, afferma Matuzeviciute, mentre i tassi di erosione sono difficili da accertare. Anche se nessuna datazione e nessun lavoro di scavo sono stati fatti su questo secondo gruppo, Matuzeviciute sospetta che essi abbiano meno di 2000 anni.

Lo scopo di queste opere è ancora meno chiaro della loro età. Dey sostiene che fossero osservatori solari che facevano parte di un culto del sole nel periodo neolitico. "Ho fatto i calcoli", dice.

Ma gli archeologi sono profondamente scettici riguardo a una simile interpretazione. "Potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa, da recinti di animali a opere idriche sovietiche, ad antichi cerchi di pietra", dice Michael Franchetti, un archeologo della Washington University di St. Louis, che scava in Asia centrale, ma non è coinvolto nella ricerca. Affermare che le opere siano legate a un culto solare del neolitico "non è necessariamente sbagliato", dice Franchetti. "E' solo un’opinione che non si qualifica come scienza".

Matuzeviciute riconosce che molte più ricerche devono essere fatte per ottenere risposte chiare, ma lei dice che le strutture non corrispondono alla forma tipica di recinti, e che sono anteriori chiaramente all’epoca sovietica. Lei suggerisce che le opere di terra sul plateau possano essere legate alla migrazione dell’antilope saiga, un mammifero quasi estinto che una volta era una preda fondamentale dei cacciatori kazaki.

"Possono essere stati costruiti come una sorta di punto di riferimento, qualcosa che potesse essere visto dalle valli fluviali, da lontano", dice. "Non sono come le linee di Nazca che si possono vedere solo dall'alto".

Fonte: National Geographic, 2/11/2015.

Pubblicato 05/11/2015 06:36:59